31.05-02.06.2018 Gioia dell'arte in Costa Azzurra
Quando cerchi la gioia a Nizza, l'arte te la consegna attraverso l'opera di artisti che hanno trasformato il dolore. Come per esempio Niki de Sainte-Phalle. In queste righe desidero però soffermarmi sull'opera matura di Matisse, Picasso e Chagall che hanno scelto la Costa Azzurra come luogo di creazione, una terra intrisa di energia e bellezza capace di ispirare il lavoro creativo.
Noi siamo andati in questi stessi luoghi marittimi, distesi tra cielo e montagna, e ci siamo tuffati tra le magnifiche opere d’arte custodite a Nizza, Cimiez, Vence e Antibes. È stata un’esperienza piena di luce, perché questa arte che esprime gioia, vitalità, piacere, creatività a livelli altissimi, è stata prodotta da uomini over 60 a pochi anni dai drammi della seconda guerra mondiale.
A partire dagli anni Quaranta li aveva accumunati un sogno progettuale: ciascuno di loro stava pensando a come realizzare un luogo dove custodire i propri colori, linee, idee e messaggi. Il sogno per Matisse si realizzò nella Chapelle du Rosaire a Vence, per Chagall fu il museo biblico a Cimiez, Picasso chiese e ottenne gli spazi per dipingere nel museo di Antibes, denominandolo da allora Museo Picasso.
Cosa muoveva in quegli anni Matisse, Picasso e Chagall, anagraficamente anziani, a mantenersi così aperti di spirito e pieni di forza vitale?
Constatare come tutti loro abbiano affrontato con passione e straordinaria efficacia il lavoro nella terza (o addirittura quarta età) è toccante e ispirante.
Le biografie di Matisse, Picasso e Chagall sono avvincenti, piene di narrazione e anche di (forse apparenti) contraddizioni. Devono aver letteralmente attraversato i demoni di due guerre mondiali con umanità profonda per approdare poi su queste coste azzurre continuando a dare voce alla propria creatività.
Visitare i luoghi e le opere di Matisse, Picasso e Chagall ha permesso di percepire più da vicino la nostra stessa gioia, che vibra nel profondo, emozione primaria che va destata, desiderata, scelta.
Gioia intesa come “émerveillement”, come consapevolezza del contatto con quella parte divina che è dentro di noi, ma che talvolta non ascoltiamo con la dovuta attenzione.
Probabilmente il “segreto” dell’energia di questi artisti proveniva proprio uno spazio di gioia, e perciò di amore, che viene scelto consapevolmente dalle persone che lo desiderano, quando hanno attraversato e trasformato la paura personale e sublimato il dramma della crisi anche esterna, sociale e politica.
Chagall lo disse e lo ha testimoniato: “Nelle nostre vite c’è un solo colore che dona senso all’arte e alla vita stessa. Il colore dell’amore.”
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GRAZIE DI CUORE alla nostra "guide conférencière", Christine Viesenger, specialista d'Arte Moderna e divertente e appassionata narratrice.
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