04-06.10.2019 Viaggio a Mantova e dintorni: Gonzaga e apoteosi dei Rinascimento

Mantova: meta splendida in occasione delle due mostre organizzate a Palazzo Te e a Palazzo Ducale dedicate a Giulio Romano e all’idea di apoteosi del Rinascimento. L’itinerario si è snodato tra Bressanoro, Sabioneta, Mantova e Borghetto sul Mincio, offrendoci un incredibile approfondimento sul Rinascimento, con immagini e storie raffinate da custodire nel nostro portagioie immaginario.
Abbiamo seguito in filigrana alcune figure di committenti dalla personalità spiccata, che con la collaborazione e il talento di ottimi artisti, hanno trasformato in pietra i loro sogni.
La duchessa Bianca Maria Visconti, per esempio, che, nel 1461, per sciogliere un voto fatto alla Madonna, fece edificare Santa Maria di Bressanoro, riccamente affrescata e avvolta ancora oggi nella quiete di un’antica terra di culto, che fu dedicata al dio Mercurio.
Lo fece anche Vespasiano Gonzaga, morto folle e di sifilide, ma protagonista della straordinaria vicenda della fondazione della sua città ideale a Sabioneta, a cui abbiamo dedicato la visita pomeridiana prima di raggiungere a Mantova.
Ci siamo arricchiti delle opere come pure appunto delle storie, degne di un romanzo, di alcuni membri della famiglia Gonzaga, a cui la città deve gran parte della sua straordinaria bellezza rinascimentale. Furono loro a volere al proprio servizio artisti come Leon Battista Alberti, Pisanello, Mantegna, Giulio Romano — le cui creazioni abbiamo avuto il privilegio di ammirare.
È Federico II Gonzaga, uomo di grande passionalità, che fece costruire il suo palazzo del piacere: Palazzo Te, dedicato ai piaceri riservati allora agli uomini delle famiglie nobili: la caccia, i banchetti, i cavalli, la musica, la compagnia delle amanti. La mostra su Giulio Romano a Palazzo Té ha messo bene in evidenza la presenza dei temi erotici in tanta arte del Rinascimento.
Interessante è stato incontrare anche la figura di Giovanna d’Arco, nobile trentina, che, ultima erede della sua casata, decise nel 1973 — quando era ancora in vita — di donare al pubblico la propria casa e tutti gli oggetti di famiglia, dai servizi da tavola ai dipinti, trasformandola Museo di Palazzo d'Arco. Abbiamo visitato il suo museo, dove abbiamo ammirato l’adiacente sala dello Zodiaco, capolavoro rinascimentale di Giovanni Maria Falconetto.
Infine, a conclusione del nostro viaggio nella cosiddetta “città d’acqua” abbiamo risalito il suo fiume, facendo tappa a Borghetto sul Mincio, dalle possenti ruote dei vecchi mulini, e dove la verde forza della corrente ci ha regalato un ultimo incanto prima del rientro a casa.
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UN GRAZIE particolare ad Alessia Margonari che ci ha raccontato le mille storie intriganti di questa raffinata corte rinascimentale.
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